Le vicende narrate ne
“Gli Eredi di Atlas” si svolgono tra il solstizio d’estate e il giorno di
Lughnasadh. Nel prossimo capitolo della saga arriveremo fino al solstizio
d’inverno, transitando inevitabilmente dal giorno di Samhain. Così stasera volevo
rivolgere un pensiero a questa antica festa celtica, la vigilia del
nuovo anno, il momento della raccolta finale, lo spartiacque tra
un anno agricolo e quello successivo. La fine e l’inizio
di un ciclo in natura: il Ciclo della Terra. Nonostante il tema
centrale di questa festa sia la Morte, in sintonia con ciò
che avviene in natura, è anche vero che da
questa sono imprescindibili la rinascita e quindi la vita.
È Samhain… scricchiolio di foglie secche, profumo di mele, zucche e cannella.
È Samhain… gli Dei camminano tra gli uomini, le porte tra i mondi si spalancano e gli spiriti tornano a visitare le proprie dimore.
È Samhain… l’inizio della Metà Oscura dell’anno, lo spazio fuori dal Tempo durante il quale tutte le frontiere sono state abolite e ogni cosa può accadere.
È Samhain… la fine dell’estate, l’ora della Fine e dell’Inizio, il tempo per unire dono e richiesta, espiazione e offerta.
È Samhain… gli Dei camminano tra gli uomini, le porte tra i mondi si spalancano e gli spiriti tornano a visitare le proprie dimore.
È Samhain… l’inizio della Metà Oscura dell’anno, lo spazio fuori dal Tempo durante il quale tutte le frontiere sono state abolite e ogni cosa può accadere.
È Samhain… la fine dell’estate, l’ora della Fine e dell’Inizio, il tempo per unire dono e richiesta, espiazione e offerta.
E se stanotte
sentirete sulla guancia un tocco lieve,
sappiate che il
velo tra i mondi è più sottile,
e magari un vostro caro ha colto l’occasione per
farvi una carezza.