Personaggi

Credo che ogni scrittore veda nella propria mente i volti dei suoi personaggi. Spesso sono volti noti, nella maggior parte dei casi si tratta di attori. Io non faccio eccezione. Il Duncan che mi immagino ha il viso di Josh Holloway (avete presente le sue pubblicità per Davidoff?); Dean è il Jensen Ackles delle prime stagioni di Supernatural; Aisha me la vedo come Eliza Dushku quando vestiva i panni della cacciatrice in Buffy e Aurora l’ho sempre immaginata come Emilie de Ravin (ovviamente in versione bionda). E infine, vi ricordate Dakota Fanning in Taken? Ecco il mio Angel.

Ma ciò che passa per la mia testa dopotutto non ha molta importanza: ogni lettore alla fine immagina i personaggi di un libro un po’ a modo suo. Ciononostante andando avanti con la storia mi è venuta voglia di dare dei volti ai miei ragazzi che potessero rispecchiare le descrizioni che ho fatto di loro. Ecco il risultato!



Era nato e vissuto nel lusso sfrenato, ci aveva sempre sguazzato a proprio agio, 
viziato e prepotente, per diritto di nascita.



Aisha ancora non aveva le idee chiare su cosa avrebbe voluto fare o diventare. 
Era solo certa di quello che non voleva essere: ordinaria. 
Perché ciò di cui aveva più paura era svegliarsi la mattina 
e sapere già come sarebbe andata la giornata.



Non aveva fatto molte domande a quell’uomo che si era presentato offrendogli 
un lavoro su un’isola di cui non aveva mai sentito parlare. 
Che importanza potevano avere un nome o un luogo? 
Se c’era il mare per lui andava bene. Ce l’aveva nel sangue.



Nel tardo pomeriggio prese l’autobus e andò al St.Magnus, 
un edificio grigio e anonimo un po’ fuori città. 
I colori avevano un significato inconscio ben preciso per Aurora; 
le parlavano fin da quando era bambina: 
una facoltà innata, una maledizione.



Un raggio di sole tiepido riuscì a oltrepassare le nubi compatte e baciò quel corpo minuto…
la pelle, i capelli, tutto era bianco splendente.
Se non fosse stato per gli occhi, dorati e smarriti,
si sarebbe convinta che fosse puro spirito.



L’ineluttabilità delle sue parole era straziante.
Gloria gli stava sorridendo maligna, intuendo la sua frenesia.
La vittoria annunciata le illuminava demoniaca il volto.



…un ragazzo massiccio e rasato, scuro di pelle come un pezzo di notte incarnato in forma umana, 
che se ne stava a braccia conserte, immobile come una statua.



I riccioli di Brianna si sollevarono in aria senza un alito di vento che potesse giustificarlo;
ricordava la Medusa al centro dell’egida.



Liam era di fronte a lei come un falco davanti a un bersaglio fin troppo semplice:
nessuna arma, difese abbassate, le mani ficcate nelle tasche
del lungo ed elegante cappotto nero.


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