giovedì 2 giugno 2016

I folletti

Ovvero quando i personaggi nascono per caso e alla fine non riesci più a farne a meno…


Con Pam, Rir, Tun e Prias è andata proprio così. Ero ancora agli inizi, da poco giunta a OgniDove, che a quei tempi si chiamava solo l’isola. In un pomeriggio di primavera, sola a casa, prendo quaderno e matita (sì, scrivo a mano, lo confesso) e decido di buttar giù qualche pagina… ma non mi veniva niente in mente. Dopo un po’ di tempo trascorso a fissare quell'orribile pagina bianca, chiudo il quaderno, scocciata. E mi cade lo sguardo sulla libreria dove, insieme ai libri impilati in maniera precaria, campeggiano i miei soprammobili preferiti. Degli occhietti vispi mi fissano, quasi a prendermi in giro, da sotto cappellini di foglie. Ho riaperto subito il quaderno e quel pomeriggio Pam, Rir, Tun e Prias sono entrati di buon grado nella saga “La Guerra degli Elementi”. In verità dovevano essere solo una comparsata, all'inizio non avevo in mente niente di preciso per loro, ma hanno cominciato a saltar fuori da tutte le parti, hanno fatto amicizia con Aisha e infine hanno preteso maggior attenzione e una parte tutta loro all'interno della storia. E come potevo dirgli di no? Tanto sono poco dispettosi…
E così ho dovuto ritagliargli uno spazio (che comunque si stavano già prendendo…) e creare la loro genesi nella storia di Atlas e strutturare un po’ la loro presenza all'interno della saga. E via a cercare nel baule sul soppalco gli appunti sugli spiriti di natura. Sì, ho degli appunti su fate, folletti e compagnia bella, vi prego non fate domande… chissà da chi ha preso Aurora la fissazione di annotarsi sempre tutto?
Sarà Pilar a spiegare ai nuovi arrivati sull'isola OgniDove l'esistenza dei folletti e in generale degli spiriti di natura.

Estratto da "Gli Eredi di Atlas" (La Guerra degli Elementi - Vol. 1)

«Possiamo iniziare. Come vi ha detto Dominique, i superstiti dei cinque pianeti giunsero in Atlas come esseri androgini, ma il nostro pianeta non era pronto all'arrivo di tanta perfezione, quindi per sopravvivere e procreare dovettero adattarsi e scegliere uno dei due sessi. Dai Fondatori, per ogni elemento, nacquero due stirpi, una umana, l’altra di spiriti di natura: le Salamandre dal Fuoco, le Silfidi dall'Aria, le Ondine dall'Acqua, i Folletti dalla Terra e infine le Fate dall'Etere. Gli spiriti di natura sono esseri fatti di pura energia combinata al loro elemento. Noi li possiamo vedere in quanto figli dei superstiti di Atlas e voi come Eredi dei Reggenti, ricordatevi però che gli spiriti di natura si mostrano solo se lo desiderano, perciò è probabile che ci vorrà ancora del tempo prima che possiate vederli.»
«Un punto per te Zucchero» scherzò Duncan ricordandosi i suoi racconti sugli esserini luminosi con i cappelli di foglie. Penelope la guardò con un moto di orgoglio.
«Possono farsi vedere grazie alla loro facoltà di manipolare la materia: in poche parole, addensano energia e l’elemento che gli è proprio, ottenendo così un corpo. Gli spiriti di natura non dormono né mangiano, non sentono il freddo né il caldo, e non invecchiano. Amano le frequenze armoniche e positive.»
«Allora non ho speranze di vederli» interruppe Duncan alzando le braccia in segno di resa.
«Stare fermo e in silenzio non è proprio il tuo forte» lo apostrofò Dominique scuotendo la testa.
«In effetti no» ammise, e si attaccò di nuovo alla bottiglia, facendo cenno a Pilar di continuare.
«Agli elementali piace correre nel vento, tuffarsi nell'acqua, giocare nell'aria, amano la musica, nuotare nelle note. Non possono essere feriti né soffrire i mali che attaccano il corpo fisico; sentono il profumo dei metalli. Un tempo, in Atlas, i rapporti con la nostra razza erano ottimi: c’era collaborazione, rispetto, aiuto reciproco, ma ormai non comunicano più con gli esseri umani poiché non amano le vibrazioni basse e materiali che si sono insinuate in loro. Inoltre non hanno molta pazienza; in verità sono suscettibili, permalosi e anche un po’ dispettosi.»
Appena Pilar finì la frase, un sassolino proveniente dalla finestra aperta atterrò sulla tavola.
«Come volevasi dimostrare.»

Ma sarà solo nel secondo capitolo della saga che i folletti scenderanno in campo in tutta la loro “grandezza”.

Estratto da "Il Varco dell'Apocalisse" (La Guerra degli Elementi - Vol. 2)

«Missione compiuta. Ecco gli Eilish» esordì Prias verso Pilar, mostrando fiero ciò che aveva tra le mani.
«Ci abbiamo messo un po' di tempo per crearli» spiegò Pam, reggendo una corda viva che fluttuava leggera nell'aria emanando un flebile alone di luce.
«È conoscenza antica, inutilizzata da millenni» aggiunse Rir mentre la corda continuava a muoversi nella sua stretta come un serpente imprigionato.
«Non è cosa facile tessere i cinque elementi» concluse Tun, accarezzando la corda composta da fili distinti e sapientemente intrecciati con l'incandescenza della brace, la trasparenza del vento, la limpidezza di un torrente di montagna, lo splendore della quintessenza e la durezza di nuda roccia.
[…]
Aisha si buttò sul letto ancora vestita a guardare il soffitto; non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di Prias e compagni con mezza noce di cocco sulla testa al posto dei cappellini di foglie, e il busto e gli arti coperti di schegge di tronco d'albero a mo’ di corazza.
«Ma come vi siete conciati?» aveva chiesto loro, formulando la domanda nella mente il più forte possibile.
«In tenuta da battaglia, è ovvio...», avevano risposto a turno come era loro abitudine, «gli umani non possono maneggiare gli Eilish...»
«E da soli siete in svantaggio...»
«Lo zotico amico delle ondine l'ha ripetuto fino alla nausea.»
Avevano deciso di scendere in campo al loro fianco, armati delle corde elementali. Aisha non riusciva a impedire che il magone le attanagliasse la gola al ricordo di com'erano buffi e coraggiosi, così piccoli eppure risoluti, con la loro armatura che, anche se ridicola, li faceva sentire molto minacciosi. 

Arrivato a questo punto nella lettura del libro mio marito mi guarda serio e mi dice «Non succederà mica qualcosa di brutto a Prias e fratellini, vero?». Di tutta la saga, i folletti sono i suoi personaggi preferiti: come potevo dirgli che ne “La Tempesta del Tempo” non erano previsti? Per fortuna, cocciuti come sono, si sono intrufolati anche nel terzo capitolo della saga e, inutile dirlo, ci faranno compagnia anche nel quarto e ultimo libro.


 Che i Divini Principi Increati approvino le vostre azioni e guidino la vostra mano

Veronika

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