martedì 4 luglio 2017

Pretty in Pink

Barbara si avventura nella lettura dei libri della saga "La Guerra degli Elementi"
e ci parla de "Gli Eredi di Atlas"


Ecco qualche estratto della sua recensione:

"L'autrice, con una scrittura fluida e scorrevole, ci introduce poco alla volta nel mondo di OgniDove, abitato da personaggi molto particolari. In questo modo il lettore è in grado di seguire, passo dopo passo, la stessa presa di coscienza dei quattro ragazzi che avviene gradualmente"

"L’ambiente è descritto egregiamente e la scrittura soprattutto in questa fase è sicura e trascinante, sembra veramente di entrare in un nuovo mondo, di essere lì, partecipi all'azione"

"Il punto di vista si sposta continuamente (rendendo partecipi e vivi anche i personaggi secondari) ma l’autrice ha il pregio di non distrarre mai l’attenzione dal fulcro della storia"

"In questo primo volume vengono poste le basi di quella che credo sarà una storia molto più complessa e articolata. Si interrompe proprio in un momento cruciale, lasciando il lettore con la curiosità e la brama di conoscere il resto. E, considerati i presupposti, sono certa che ci sarà ancora molto da scoprire"

E questo è il link alla recensione completa.


Estratto dal prologo de "Gli Eredi di Atlas"

   Aisha si svegliò di soprassalto con il respiro soffocato in gola. Un istante si dilatò in maniera bizzarra sulla linea del tempo e lei non seppe più dov'era. Si guardò intorno, spaesata, e dal buio emersero particolari rincuoranti: una sedia con un mucchio di vestiti accatastati in maniera precaria, la custodia della chitarra, spartiti e quaderni sparpagliati a terra. Era tutto un po’ irreale, illuminato dalla luce argentea che filtrava dalla finestra, ma seppe di essere a casa. Nonostante la scoperta rassicurante, il cuore non aveva ancora terminato la sua folle corsa; il respiro era affannato e in bocca sentiva carta vetrata.
   «Un altro dei miei sogni assurdi, certo questa volta era più apocalittico del solito» si disse. «Forse ieri sera ho bevuto un bicchierino di troppo.»
   Barcollando arrivò in bagno e si attaccò al rubinetto da cui bevve con avidità lunghe sorsate, traendo un immediato giovamento all'arsura. Poi si sciacquò il viso e il trucco della sera prima le cerchiò gli occhi, tanto che l’immagine che le restituì lo specchio somigliava a quella di un panda con l’influenza. Ora non rimaneva altro da fare che strappare il sogno al mondo onirico per portarlo nella realtà. Si abbandonò sulla sedia di fronte alla vecchia scrivania e guardò fuori: era ancora notte, la luna quasi piena illuminava le strade deserte. Prese un quaderno e una penna con il tappo mordicchiato e incominciò a immortalare il suo sogno. L’indomani sarebbe stato troppo tardi, sarebbe sbiadito con il sorgere del sole. Aisha scriveva sempre i suoi sogni, la ispiravano per le sue canzoni.


Che i Divini Principi Increati approvino le vostre azioni e guidino la vostra mano

Veronika

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