Angel, l’Erede dell’Etere, il personaggio più enigmatico
della saga,
misterioso quanto l’elemento di cui è padrone: la quintessenza.
Estratto da “Il Varco dell’Apocalisse” (La Guerra degli Elementi – Vol.
2)
Mancavano pochi
giorni a Samhain ma era difficile rendersene conto a causa dell'eterna
primavera che regnava a OgniDove. Angel, passeggiando lentamente davanti a
VillaPetra, salutò con un lieve cenno della testa gli Eredi e i loro mentori, e
li seguì con lo sguardo mentre si dirigevano all'Altopiano dei Menhir. Quel
giorno era stato deciso di provare a sfruttare la spirale per captare le
intenzioni degli Altri Eredi. Angel, però, avendo accusato un'improvvisa e
debilitante stanchezza, venne dispensato dal lavoro organizzato per quel
pomeriggio.
[…]
Finalmente riuscì a chiudersi la porta e il mondo alle spalle. Stava
diventando sempre più difficile rimanere solo: doveva inventare sempre nuove
scuse e creare situazioni che lo aiutassero per i suoi scopi. Seduto sul letto,
le spalle curve sotto il peso degli anni trascorsi in attesa di quel momento,
fece un profondo sospiro. Non gli pesava mentire: faceva ciò che andava fatto
senza lasciarsi condizionare da nessuna regola umana. La sua esistenza
procedeva parallela a quella degli altri esseri viventi, senza possibilità di
interazione, perché lui era inconcepibile seppur presente in quella realtà. Ora
che il viaggio stava giungendo al termine, per la prima volta in quella lunga,
interminabile vita provò uno stato d'animo che immaginò essere umano: sollievo.
Chiuse gli occhi; due piccole rughe di concentrazione comparvero sulla fronte
diafana e il suo corpo iniziò a sbiadire pian piano, fino a scomparire dalla
stanza.
Riapparve all'interno delle cinque colonne che costituivano lo spazio
sacro del Tempio, prima evanescente come puro spirito, poi sempre più
consistente e corporeo. Guardò dentro lo specchio della conca e vide riflessa
l'immagine nitida del primo tassello del puzzle che avrebbe condotto gli Eredi
al varco: troppo nitida. Angel capì che ben presto Alaister sarebbe stato in
grado di avere una visione abbastanza particolareggiata da portare lui e i suoi
a destinazione, e di conseguenza Aisha e compagni sarebbero riusciti a intercettare
la loro meta. Non poteva permetterlo, era ancora troppo presto. Passò la mano
sull'acqua senza toccarla e l'immagine sfumò quel tanto che bastava a rendere
il luogo non identificabile. Bene, ci sarebbe voluto ancora qualche giorno per
decifrare la visione. Era difficile manovrare gli eventi senza poterne far
parte.
Nuvole e cielo tornarono a riflettersi nella conca, ma il lavoro di Angel
non era ancora concluso. La sua mano magra e bianca passò nuovamente sull'acqua
e sulla superficie apparvero scie vorticose e scintillanti, residuo visibile di
energie increate, tese nel conflitto perpetuo che plasmava la realtà nella
forma per divinizzarsi oltre il creato. Controllò la battaglia incessante
iniziata ai tempi della genesi, come principio stesso della creazione, per
sincerarsi che non si esaurisse e ciò che vide lo rincuorò: le energie luminose
continuavano a rincorrersi senza sosta. Trasse un sospiro di sollievo: aveva
ancora un po' di tempo per portare a termine la sua missione. L'eterno scontro
doveva proseguire ed essere compreso, pena l'annullamento del reale.
Che i Divini Principi Increati approvino le vostre azioni e guidino la vostra mano
Veronika
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